Monday 1 October 2012

Coro


A mio avviso, c’è un aspetto della musica sacra che è stato stranamente trascurato nella Chiesa in Inghilterra e Italia, nonostante delle ottime intenzioni: la piena e attiva partecipazione di tutto il popolo. Da convertito dal protestantesimo ho sempre trovato stranissimo la mancanza di voglia di cantare alla messa. Infatti, pur riconoscendone la verità dal mio passato altrove, non ho mai sperimentato il seguente in una chiesa cattolica:
“Non c’è niente di più solenne e festoso nelle sacre celebrazioni di una assemblea che, tutta, esprime con il canto la sua pietà e la sua fede.” (Musicam Sacram 16)
“A tale piena e attiva partecipazione di tutto il popolo va dedicata una specialissima cura.” (Sacrosanctum Concilium 14)
Per qualche motivo l'inglese è più forte; è “to be considered before all else” (MS (en) 16). In altri documenti ci sono riferimenti più specifici ai cori:
“Il «coro» o «cappella musicale» o «schola cantorum» […] deve infatti […] favorire la partecipazione attiva dei fedeli nel canto.” (Musicam Sacram 19)
“Tra i fedeli esercita un proprio ufficio liturgico la schola cantorum o coro, il cui compito è quello di […] promuovere la partecipazione attiva dei fedeli nel canto.” (Ordinamento Generale del Messale Romano 103)
A me pare che il metodo più diffuso per tentare di raggiungere questo obiettivo è quello di abbandonare la musica bella ma difficile per quella più accessibile. Non è ottimale, anche se è comprensibile. Comunque, siamo capaci di più:
“Con una adatta catechesi e con esercitazioni pratiche si conduca gradatamente il popolo ad una sempre più ampia, anzi fino alla piena partecipazione a tutto ciò che gli spetta.” (MS 16b)
Per me, un coro parrocchiale e tenuto a pensare all’assemblea, a condividere le proprie capacità con la gente, anche cercare di insegnare. Infatti, se non c’è un impegno dalla parte dei musicisti in questo senso, è difficile capire chi potrebbe farlo. È però importante riconoscere che si tratta di un equilibrio. Non si può semplicemente sacrificare la bellezza per la partecipazione o la partecipazione per la bellezza:
“La bellezza, pertanto, non è un fattore decorativo dell'azione liturgica; ne è piuttosto elemento costitutivo, in quanto è attributo di Dio stesso e della sua rivelazione.” (Sacramentum Caritatis 35)
“Ma non è da approvarsi l’uso di affidare per intero alla sola «schola cantorum» tutte le parti cantate del «Proprio» e dell’« Ordinario», escludendo completamente il popolo dalla partecipazione nel canto.” (MS 16c)
Per quello credo che sia importante trovare arrangiamenti di inni che sono noti, in modo che l’assemblea può entrare nel canto, oltre misure banali quale indicargli i canti. Ma credo anche che una bella iniziativa potrebbe essere definire e promuovere qualche prova aperta, per chi vorrebbe cantare meglio ma non ha voglia/tempo di far parte di un coro. Suggerirei arrangiamenti di inni o l’Ordinario della messa.

Teoricamente dovremmo anche trovare spazio per il latino e il canto gregoriano:
“Si abbia cura però che i fedeli sappiano recitare e cantare insieme, anche in lingua latina, le parti dell'ordinario della messa che spettano ad essi.” (SC 54)
“A parità condizioni, si dia la preferenza al canto gregoriano, in quanto proprio della Liturgia romana. Gli altri generi di musica sacra, specialmente la polifonia, non sono affatto da escludere, purché rispondano allo spirito dell’azione liturgica e favoriscano la partecipazione di tutti i fedeli”. (OGMR 41)
Io credo che esiste un modo semplice e bello di rispettare questo: la Missa De Angelis. Immagino che non piace a tutti ma per me è bello, e non è neanche difficile quanto può sembrare. Il mio coro in Inghilterra lo cantava ogni mese e un corista aveva un figlio di 2 anni che la canticchiava sempre… Un fatto positivo è che si potrebbe stampare su un foglio solo! Io faccio fatica a cantare senza una partitura, non immagino che sia facile per chi vorrebbe cantare a messa e non fa parte del coro.

Sono anche a favore di cantare i salmi, entro le nostre possibilità. Si fa presto a dire… Magari dovrei contattare il mio vecchio coro; il maestro aveva trovato delle belle melodie a 4 voci (canto anglicano) per le strofe. D’altra parte, ha lavorato tanto per allinearle con i testi, e non so come ha fatto con la risposta.
“Conviene che il salmo responsoriale si esegua con il canto, almeno per quanto riguarda la risposta del popolo.” (OGMR 61)